Cosa curiamo?

Questa azione punta a migliorare diversi aspetti della gestione dell’ambiente urbano della zona occidentale del quartiere.

Le parole d’ordine sono: consumare meno energia, produrre meno rifiuti, abbellire, decorare, tenere pulito e in ordine, appropriarsi del quartiere e renderlo fruibile a tutti.

Scenario

La zona occidentale di Sant’Agabio ha zone ad alta densità abitative con strade trafficate, a volte strette, con alto inquinamento dell’aria ed acustico, formazione di isole di calore estive.

La popolazione è assai variegata, i residenti da generazioni sono stati affiancati da ondate di immigrazione da ogni parte del mondo, al punto che spesso non sentono il quartiere come “proprio” ed è in atto un abbandono da parte di molte famiglie tradizionalmente novaresi. I nuovi venuti sono e si sentono immigrati e comprensibilmente non considerano le strade di Sant’Agabio come “proprie”.

La scuola è il principale polo di aggregazione che consente ai ragazzi di conoscersi e coltivare amicizie, ma, al momento, l’influenza positiva della scuola non riesce ad evitare innumerevoli casi di degrado dell’ambiente urbano.

In Sant’Agabio operano diverse associazioni, tra cui quelle che partecipano a questo progetto, con punti di incontro, corsi di lingue ed altre numerose iniziative, cui si aggiungono quelle della vivace parrocchia. Ciò non di meno difficilmente si riesce ad evitare la polverizzazione delle iniziative, che restano per lo più confinate allo stretto giro degli associati.

Il comune, alle prese con continue riduzione delle risorse disponibili non è in grado di assicurare tutta la cura e manutenzione che sarebbe opportuna, ma è anche vero che il disinteresse dei residenti amplifica gli effetti di queste carenze manutentive.

La produzione e raccolta differenziata dei rifiuti è di qualità inferiore alla media cittadina (quasi 20 punti percentuali inferiore1) e non sono infrequenti i casi di abbandono di sacchetti ed ingombranti al di fuori delle modalità di raccolta che pure sono disponibili. Una situazione potenzialmente rischiosa sotto diversi aspetti (tagli, infezioni, incendi, solo per citare le minaccia più ovvie), cui si aggiunge l’aspetto estetico e la fruibilità, la piacevolezza dell’ambiente di vita. Riteniamo che il problema della produzione e smaltimento dei rifiuti faccia parte integrante del modo di sviluppo basato sul petrolio che ha incentivato la filosofia e la pratica dell’usa e getta e la sottovalutazione dei costi esterni che tutto ciò comporta.

Infine, la scarsa possibilità offerta alle giovani generazioni di influire sul mondo degli adulti ed anziani in tema di rischi ambientali contribuisce ad alimentare comportamenti non collaborativi da parte dell’intera popolazione (anche con posizioni di contrasto specie da parte di frange giovanili) e incrementa le ripercussioni negative sull’ambiente urbano.

Obbiettivo

Prevenire il degrado ed innescare un circolo di emulazione virtuosa, che valorizzi il senso dei beni comuni , bistrattati dai consumi energetici smodati (sia in casa, sia nella mobilità, sia nella produzione dei beni consumati) e dall’abitudine a gettare via indiscriminatamente, con pesanti costi esterni e ripercussioni sul clima e sulla vita quotidiana, a cominciare dal paesaggio urbano e terminando con lo stile di vita, senza nostalgici tentativi di ritorno al pre-industriale, ma guardando avanti ad una società della transizione (termine che sottolinea il fatto che le soluzioni non sono “definitive”, ma “transitorie”), in pratica puntando a:

  • riduzione dei consumi energetici non indispensabili
  • rispetto per l’ambiente in cui si vive, a cominciare dalla pulizia del proprio quartiere, dalla qualità degli arredi urbani e del verde (pubblico e privato)
  • consapevolezza delle conseguenze che il comportamento del singolo individuo può avere sulla collettività e sul territorio di riferimento, in particolare per il degrado ambientale connesso all’abbandono dei rifiuti nelle strade ed al danneggiamento dell’arredo urbano
  • riduzione della produzione di rifiuti, consci del costo ambientale comunque connesso al loro smaltimento, sia con bruciatori (i cosiddetti “termovalorizzatori”), sia con discariche, sia nell’attività di raccolta e spazzamento
  • diffusione del verde pubblico come elemento di contrasto alla formazione di “isole di calore”
  • possibilità di contribuire alla formazione di un nuovo modello di sviluppo ambientalmente sostenibile a cominciare da uno stile di vita attento alla qualità dell’ambiente urbano.

Il valore aggiunto di questa azione viene dato dalla partecipazione diretta delle associazioni del volontariato che diventano gli elementi di riferimento e di “unione” tra i soggetti potenzialmente interessati, per mezzo di attività concrete, di buone pratiche diffuse sul territorio (non semplici campagne informative) e dal coinvolgimento della popolazione scolastica delle scuole primarie, ovvero dei “cittadini di domani”, che garantiscono la sostenibilità dell’azione sul medio-lungo periodo.

1 Dati forniti da Assa, la società comunale che realizza la raccolta differenziata porta a porta, con una media cittadina del 72% di differenziazione.